Taormina G7: prova di progressiva militarizzazione del territorio?

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di Salvo Barbagallo

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Al di là della sicurezza dei “Grandi” al vertice del G7 (sicurezza dei quali non ce ne frega proprio nulla), cosa può significare l’eccessiva presenza di uomini delle Forze dell’Ordine (in terra, in cielo e in mare) a Taormina e dintorni, da Messina a Catania?È il timore delle contestazioni che non potranno in ogni modo oltrepassare il “confine” di Giardini Naxos? Non sapremmo dare risposte “razionali”. Forse affidandoci a ipotesi di fantapolitica potremmo dare qualche spiegazione plausibile, sicuramente non rispondente alla realtà, neanche quella “immaginifica”.

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Paolo Gentiloni e il suo Governo hanno voluto dare una prova ai “Grandi” che l’Italia è in grado di mettere insieme in tempi relativamente brevi un apparato “difensivo” degno di una campagna bellica?

Paolo Gentiloni e il suo Governo hanno voluto mostrare a Donald Trump che sul territorio “siciliano” si possono convogliare (sempre in tempi brevi) più uomini armati di quanti gli Stati Uniti d’America dispongono da anni e anni già in Sicilia e a Sigonella, in particolare?

Paolo Gentiloni e il suo Governo stanno cercando di dire ai Siciliani La Sicilia è nostra e non dei Siciliani e la occupiamo anche militarmente quando vogliamo?

Paolo Gentiloni e il Governo temono un attacco missilistico proveniente dalla Libia (Gheddafi ci provò…) e quindi hanno portato al largo di Taormina (in mare…) il Cacciatorpediniere lanciamissili Mimbelli e (in aria…) gli Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare?

In fondo misure superflue? Risposta affermativa, se si dovessero tenere nel debito conto gli apparati a Stelle e Strisce ad alta tecnologia bellica (dal Muos di Niscemi, ai droni Global Hawks e Predator di Sigonella, al naviglio sparso della VI Flotta USA che opera stabilmente nelle acque italiane). Forse è così, non sappiamo. È ovvio che l’elemento “umano” è quello fondamentale, ma come non ritenere che l’intelligenge dei Sette Grandi (e specialmente quella yankee) non abbia messo in campo in tempo debito (cioè da mesi) i migliori 007, sguinzagliati a caccia di intrusi, a fronte dei tiratori scelti di casa nostra piazzati sulle terrazze delle case di Taormina, pronti a inseguire e colpire anche le ombre di possibili malintenzionati?

Taormina G7, solo uno show militar/politico? A che e a chi servirebbe?

Taormina G7, un nutrito “contorno militare” per far gustare in santa pace cene e pranzi alle first ladies presenti, da Catania alla “Perla dello Jonio”?

Taormina G7 propositiva nelle discussioni dei Sette Grandi che dovrebbero sciogliere tanti “nodi”, dal terrorismo, all’immigrazione, al clima: ma chi ci crede? Questi “nodi” (purtroppo) non saranno sciolti certamente a Taormina, ma tutti vogliono essere felici e contenti perché la cittadina jonica è sotto lo sguardo di tutto il mondo e, quindi, la ricaduta (patapunfete!!!) turistica (come dice Alfano e tanti altri) sarà enorme. Dimenticando, ovviamente, che Taormina è conosciuta e frequentata da sempre dal turismo internazionale, e non ha bisogno di “incentivi” del tipo “militar/politico” per incrementare il flusso dei forestieri.

Interrogativi, considerazioni e riflessioni si inseguono, ma per le conclusioni è sufficiente attendere ancora una manciata di ore, quando la “Festa” avrà termine e i commensali illustri se ne torneranno nelle rispettive abitazioni.

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